Come è diventato virale il discorso della giornalista dopo la sentenza della Corte Suprema sull’aborto | VIDEO

Un discorso del 2018 della giornalista Ana Kasparian contro il divieto di abortire viene rilanciato in queste ore successive alla sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti

Sta circolando molto in queste ore il video di una giornalista americana, Anahit Misak Kasparian, che durante la trasmissione da lei condotta – un telegiornale online chiamato The Young Turks – si scaglia con forza contro la negazione del diritto all’aborto, menzionando la libertà di fede ma criticando l’imposizione dei dettami della Bibbia verso chi non crede. “Non mi interessa se sei cristiano. Non mi interessa cosa dice la Bibbia. Sedermi qui e cercare di decifrare cosa dice il tuo piccolo libro mitico sui temi politici è come essere in uno show per clown. Non mi interessa se sei cristiano. E infatti, lotterò per te affinché tu abbia la tua libertà religiosa e possa praticare la tua cristianità. Io credo in questo. Io non credo nel cristianesimo e questo significa che tu non hai il diritto di darmi ordini su come vivo la mia vita in base alla tua religione”.

Viene riportato senza contesto e fatto passare come una risposta alla decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti, che ha abolito il diritto all’aborto rivedendo la storica sentenza Roe v.Wade del 1973. Ma non è così. Il discorso di Kasparian è sì incentrato sull’interruzione volontaria di gravidanza, ma risale al 2018. Nel 2021 era tornato virale in riferimento alla Polonia e alle sue stringenti leggi in materia. Il 12 febbraio 2021, il giorno dopo l’incriminazione a Varsavia di Marta Lempart, leader delle proteste pro aborto, la stessa Kasparian aveva registrato un video per spiegare come mai la clip stesse circolando tanto. Il suo discorso resta comunque molto attuale.

“Non mi interessa cosa dice la Bibbia. Hai ogni diritto del mondo. Ogni donna che si identifica nella tua religione ha tutti i diritti del mondo a non ricorrere all’aborto e alla contraccezione. Ma non hanno il diritto di dare ordini sulla mia vita e sul mio corpo. Non mi interessa la tua dannata religione. Sono così stanca di avere discussioni no-stop su quello che la Bibbia dice. Vivi pure la tua vita nel modo in cui tu interpreti la Bibbia: ancora, non mi interessa. Ma non hai il diritto di prendere la tua Bibbia e dirmi: “La Bibbia in questo capitolo, in questo verso, dice che…”. Non mi interessa. Non mi interessa. Non ci credo. E ho il diritto costituzionale di non crederci”. Kasparian si è descritta come un’atea che spinge per i valori progressisti. Vuole la riforma della giustizia penale ed è stata una critica delle carceri private e a scopo di lucro definendole “istituzioni orribili”. Crede nell’istruzione gratuita per gli Stati Uniti e in alloggi a prezzi accessibili.

fonte https://www.nextquotidiano.it/