FEMMINISTA E LESBICA di Sara Crescimone Messina
Il femminismo irrompe nella mia vita quando ho 20 anni.
Illuminandola e trasfigurandola letteralmente, regalando dignità al mio desiderio per le donne, una omosessualità oscura che diventa orgoglioso lesbismo, rivendicato alla luce del sole.
Avevo vissuto la mia adolescenza nella solitudine di una omosessualità scoperta nel tempo e percepita come non prevista, condizione da reprimere e inascoltata, trovando poi conforto nelle prime letture femministe di Quotidiano Donna, nella scoperta di non essere la sola, divorando la Bollettina del Cli, mappa preziosa dove localizzare le altre lesbiche in Italia, dando così inizio a un carosello infinito di viaggi e telefonate, con grande gaudio della Sip, l’unica compagnia telefonica di quegli anni e delle Ferrovie Italiane. A Siracusa dove sono vissuta fino al 1992, frequento una discoteca gay e lì conosco alcune donne che poi mi condurranno ad essere cofondatrice del gruppo separatista “Sibilla Aleramo”. Sono gli anni 80, vivo un femminismo travolgente, partecipo ai campi donna di Scoglitti, luoghi dove tutto era possibile, utopia che si incarnava in percorsi liberatori partendo dai nostri corpi desideranti, luogo anche di conflitti devastanti dove il femminismo si rivelava in tutta la sua grandezza insegnandoci ad affrontare la nostra parte oscura e crudele. Assieme ad altre fondo il collettivo separatista Le Papesse che opera tra Catania e Siracusa, dando vita ad una ricerca di parole ed immagini, producendo analisi politica, mostre fotografiche, esplorando il territorio dell’ambiguità dei nostri corpi, ancor prima di Judith Butler e dei suoi libri, partecipando anche alle rappresentazioni classiche dell’Inda nel 1986, con l’audiovisivo Madrechimera, che esplora il simbolico materno.
Trasferita a Catania sono cofondatrice di Open Mind, associazione che si occupa dei diritti Lgbt+ ma impegnandosi contro il razzismo, la mafia, il fascismo, sfilando per il corteo del 25 aprile, per l’ecologia, segnando un percorso visionario dapprima osteggiato dalle principali associazioni gay e lesbiche, per questo intrecciando una rete con associazioni Lgbt+ che ci assomigliano. Terminata questa avventura folle e visionaria, fondo nel 2016 Femministorie, progetto politico che vuole conservare la memoria femminista, la documentazione prodotta e riprogettarla per il futuro. A dicembre del 2022 inauguriamo a Catania il Largo Vittime di Femminicidio, spazio toponomastico ottenuto con una raccolta di firme recepita dal Comune di Catania. Attualmente abbiamo una raccolta firme per intitolare un luogo ad Anna Politkovskaja, giornalista russa assassinata per il suo impegno sui diritti civili.
Sara Crescimone Messina
La foto di copertina è di Agata Ruscica e fa parte di una mostra del 1984 “l’ambiguo non materno”