Ius Scholae per un’Italia più Giusta e più Democratica
Pare finalmente in arrivo, nonostante le baruffe in commissione, all’attenzione delle elette e degli eletti alla Camera dei Deputati il testo sullo Ius Scholae, che propone la riforma dell’attuale legge sulla cittadinanza, risalente al 1992 e da allora immutata.
La riforma propone di attribuire la cittadinanza italiana a chi nasce in Italia o a chi vi faccia ingresso entro il 12esimo anno di età, con il vincolo, in questo caso, di frequentare regolarmente uno o più cicli scolastici, con una continuità di almeno cinque anni.
I dati ufficiali parlano di ben oltre 850000 studenti e studentesse di diversa provenienza geografica con regolare iscrizione alle scuole italiane. Si tratta del 10% di studenti/studentesse delle nostre scuola.
Inutile sottolineare il valore dell’arricchimento in termini di formazione e di cittadinanza del loro contributo personale e culturale, linguistico ed esperienziale all’interno delle nostre classi.
Eppure non hanno gli stessi diritti di ragazze e ragazzi aventi stessa età, frequentanti le stesse scuole e con cittadinanza italiana.
La discriminazione, perché di ciò si tratta, ha conseguenze sulle loro vite, perché implica la minore mobilità nei paesi UE, l’impossibilità di partecipare a concorsi pubblici e di esercitare il dirittto di voto.
Tutto ciò confligge con i principi e i valori della nostra Costituzione, che pone al centro della nostra democrazia la persona, senza alcuna distinzione in base a provenienza geografica, religione, sesso.
Come associazione femminista antifascista esprimiamo il nostro pieno sostegno alla proposta, che purtroppo, ma non ci stupisce, vede l’opposizione di Lega e Fratelli d’Italia.
Perché la nostra democrazia sia realizzata nel concreto, poiché abbiamo il dovere di porci nella storia contro ogni discriminazione, auspichiamo che finalmente si legiferi a favore del pieno riconoscimento di un diritto per troppi anni negato.
La storia siamo noi, scriviamo pagine belle e democratiche.